| Era una bella giornata, e Baku aveva appena finito di fare colazione. Da sempre si lamentava di essere un'apprendista all'accademia ed era tanto curioso di sapere quand'è che si sarebbero tenuti gli esami di passaggio da apprendista a genin. Diventare genin per lui sarebbe stata una cosa davvero emozionante: avere il suo primo coprifronte, avere il suo primo diploma.. lo faceva sembrare più cittadino, ecco. E dunque non voleva assolutamente perdersi l'occasione di partecipare agli esami, e la frenesia lo torturava. Si affacciò alla finestra: erano tutti così vitali, tutti così felici. Immaginava il suo futuro, immaginava il suo titolo... BAKU!! CORRI A VESTIRTI! Strillò la madre, mentre lui era costantemente sovrappensiero. Sobbalzò, per poi filare subito in bagno. Ormai aveva preso l'abitudine di accendere la luce con il suo chakra: dopotutto è anche un modo per non consumare l'energia elettrica del Paese, riteneva Baku. Ed in effetti era vero: ultimamente l'energia elettrica non doveva essere mal sfruttata, altrimenti si sarebbero ritrovati in crisi da un momento all'altro. E Baku lo sapeva bene. Quando finì, uscì carico dal bagno e corse via dalla porta, gridando euforico: Ciao mamma, vado dal vice-Raikage! Ormai la madre era abituata, infatti, guardandolo sfrecciare dalla porta, rise con aria gioiosa: era felice che suo figlio stava percorrendo una giusta via e voleva farlo sbizzarrire un po', prima che avesse iniziato a dare numeri per le difficoltà che avrebbe incontrato. Eppure la madre conosceva il figlio: nella sua vita non si era arreso in nessuna occasione. Dunque, a volte, pensava che non doveva neanche osare preoccuparsi. Ma dopotutto era sempre una madre. Ad ogni modo, Baku raggiunse immediatamente il Palazzo del Raikage, prendendosi la briga di salire in aria con la sua nuvola di luce, dato che il Palazzo del Raikage si affacciava ad un balcone enorme. Entrò, e con aria educata, pur sapendo che q,uella non era di certo una bella entrata, sogghignò prima tra sé e poi rivelò la parola al signor Joe: Buongiorno, signor Black Joe. Esitò un attimo, poi lo riguardò in faccia, con aria seria. Io.. volevo chiederle una cosa. Da poppante che sono, eh! Mi dica che non sono venuto qui per una cavolata! Beh, si tratta.. del grado Genin. Da sfacciataggine passò a vergogna pura: non avrebbe mai pensato che nell'Ufficio del Raikage ci fosse stata quell'aria di tensione così austera. Poi, stirando i muscoli, attese risposta. Una domanda dopotutto non avrebbe di certo portato all'esaurimento il vice Raikage.
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